era da un po’ che non facevo discorsi da vecchio pompone

It’s been a while since I’ve had any old pomposity talk
(scroll down for the english translation)

io lo so abbastanza bene che anche se nella testa ho ancora più o meno ventitre anni, da un punto di vista molto tecnico sono un quaranticinquenne, e l’altro giorno stavo guardando facebook, c’era una di quelle cose che leggi scrollando a caso, facevano notare che se ritorno al futuro lo rifacessero oggi, marty mcfly tornerebbe al 1994, che a tutti noi che ci abbiam vissuto sembra ieri e invece son già passati trent’anni. però bisogna anche dire che se tra il 1955 e il 1985 del film originale c’era una differenza estetica culturale tecnologica musicale e sociale importante, a me sembra che negli ultimi anni non siano cambiate poi troppe cose. comunque sia, io in quegli anni lì c’ero, ero un quindicenne ed ero, tra le altre cose, uno scout.
e gli scout sono sempre stati un argomento molto divisivo. per chi non sa bene cosa sono, vale la battuta che sono un gruppo di bambini vestiti da scemi che seguono uno scemo vestito da bambino. io che invece li ho fatti, potrò sempre dire che se nella mia vita sono sopravvissuto e se sono diventato la persona che sono, lo devo in gran parte a quella esperienza lì. ne sono uscito poi intorno ai diciotto anni per incompatibilità mia, per via del fatto che ero nel gruppo cattolico pur essendo io ateo come una pigna, e questo dettaglio mi rendeva inadatto a continuare quel tipo di percorso. oltre al fatto che ero anche diventato una fottuta rockstar e quindi il fine settimana ero impegnato a suonare la chitarra ai miei concerti e non avevo più il tempo per partecipare alle attività scoutistiche.
insomma, questo finesettimana appena passato sono andato a trovare la mia famiglia a milano e ci sono andato in treno. ieri sera stavo tornando, ero appunto su questo treno e a brescia è salito un gruppo di scout, hanno occupato i posti vicino a me. e mi faceva così piacere veder le loro divise uguali a quella che avevo io trent’anni fa, veder gli scarponi, gli zaini che erano poi sempre gli stessi invicta, era bello sentire l’odore anche, degli scout che tornano da un’uscita, forte e inconfondibile oggi come allora. si sono seduti, e tutti, che male che ci son rimasto, han tirato fuori il loro telefono e hanno iniziato a guardarsi le cose sui loro telefoni, zitti, coi cavetti per ricaricarli, gli auricolari, tutti ognuno per i fatti suoi a guardarsi il telefono.
e ovviamente mi son partiti dei pensieri.
perché uno dei ricordi che non mi si leverà mai dalla testa è la mia primissima uscita con gli scout, che c’era da portarsi via il pranzo al sacco, e io mi ero portato i panini, la borraccia con l’acqua, e mia mamma mi aveva dato da portar via, in una maniera che le era sembrata normalissima, una lattina di cocacola. e quando all’uscita con gli scout era arrivato il momento di mangiare ed eravamo seduti in cerchio su un prato ho tirato fuori i panini, ho preso la cocacola dal mio zaino e come mi sembrava normalissimo fare l’ho stappata. in quel momento tutti gli altri scout hanno iniziato a guardarmi male, sentivo uno sguardo addosso, un gelo, un silenzio. i capi scout mi han detto, lì davanti a tutti, molto tranquillamente, che alle uscite con gli scout si cerca di essere il più possibile essenziali, che si porta via quel che serve e niente di più. che dolci strani, lattine con le bevande gassate, radioline portatili, walkman, e accessori inutili vari erano molto lontani dallo spirito con cui si affronta lo scoutismo.
e infatti da lì in poi son venuto su facendo tesoro di quel genere di approccio alla vita, e devo dire che, considerando la testa che avevo in quel periodo della mia adolescenza, lo scoutismo mi ha fatto proprio del gran bene.
per questo ieri mi ha fatto invece malissimo vedere tutti questi ragazzetti in divisa tirare fuori i telefonini e farsi tutto il viaggio da brescia fino a verona persi nelle scemate che si guardano sul telefono.
ovviamente trent’anni fa i telefoni con l’internet, i wozzap, i facebook, gli instagram e i tictoc non li avevano ancora inventati, non c’erano, e quando partivamo per i boschi il finesettimana o ai campi estivi e invernali per delle settimane intere, si partiva e basta e i nostri genitori a casa se ne stavano più o meno tranquilli sperando di vederci tornare poi sani e salvi e andava bene così. e pensavo che se fossero esistiti i telefoni forse sarebbe stato complicato convincere i genitori che si potevano lasciare a casa con buona pace di qualsiasi apprensione da distacco e da irreperibilità dei figli per qualche giorno. ma conoscendo i capi scout che avevo in quel periodo e quanto ci tenevano a trasmetterci un certo tipo di valori, secondo me ce li avrebbero comunque fatti lasciare a casa, i telefoni.
nonostante la tentazione forte, sono riuscito tranquillamente a fare a meno di attaccare chiacchiera con gli scout che avevo lì vicino per chiedergli cosa ne pensassero di un approccio un po’ più essenziale, anche perché da ex scout non ci avrei visto nulla di male a farmi una chiacchierata con loro, sarebbe stata forse interessante. invece ho preferito continuare a leggermi il libro di don camillo di guareschi ascoltando la musica dei big wreck dagli auricolari collegati al mio telefono con spotify.
questo piccolo evento, pur non avendo spostato nemmeno di un millimetro il placido ruotare del pianeta, ha semplicemente contribuito a confermare la mia sensazione che il modo in cui si evolve la civiltà in cui mi son trovato a vivere mi piace poco.
tutto qui.

I know well that even though I’m still twenty-three in my head, from a very technical point of view I’m a forty-five year old man. and the other day I was looking at Facebook, there was one of those things that you scroll on, they pointed out that in a reboot of the movie back to the future, today marty mcfly would go back to 1994, which seems like yesterday to me but thirty years have passed. it must also be said that even if it is true that there was an important aesthetic, cultural, technological and social difference between the 1955 and the 1985 of the original film, it seems to me that not so many things have changed in the last 30 years.
well, 30 years ago I was there, I was 15 years old and, among other things, I was a boy-scout.
in general, to people, scouts have always been a very divisive topic. For those who don’t know what they are, the common joke is that they are a group of children dressed as idiots who follow an idiot dressed as a child. I, who instead did them, will always have to say that if I survived in my life and if I became the person I am, I owe it largely to that experience. I left the scouts group around the age of eighteen for reasons of incompatibility, due to the fact that I was in the catholic group despite being a strong atheist, and this detail made me unfit to continue that type of path. I was also a fucking rock star and therefore on the weekend I was busier playing concerts with my band and I didn’t have time to participate in weekend scouting activities.
in short, this past weekend I went to visit my family in milan and I went there by train. yesterday evening I was traveling back, I was on this train and in brescia’s station a group of scouts got on, they occupied the seats next to me. and I was pleased to see their uniforms the same as the uniform I had thirty years ago, to see the boots, the backpacks which were still the same invicta as thirty years ago, to even smell the smell of the scouts returning from a day in the woods, their strong and unmistakable smell. they sat down, and everyone, how bad I felt, took out their phones and started looking at their things on their screens, in silence, with their charging cables, their earphones, everyone locked in themselves looking at their phones.
and obviously some thoughts came to me.
because one of the memories that will never get out of my head is my very first excursion with the scouts, when we had to take a packed lunch, and I had taken with me the sandwiches, the water bottle, and my mother had given me to take away, in a very normal way, a can of cocacola. and when it was time to eat at the lunch time on the excursion with the scouts and we were sitting in a circle on the grass I took out the sandwiches, I took the cocacola from my backpack and, as seemed perfectly normal to me, I opened it. at that precise moment all the other scouts started to look at me badly, I felt a gaze upon me, a coldness, a silence. the scout leaders told me, there in front of everyone, very calmly, that on excursions with the scouts you try to be as essential as possible, that you take away what you really need and nothing more. that strange sweets, cans with fizzy drinks, portable radios and various useless accessories were completely out of the spirit with which scouting is approached.
and in fact from then on I grew up taking advantage of that kind of approach to life, and I must say that for the mind mood I had in that period, scouting helped me a lot.
This is why yesterday it hurt me so much to see all these kids in uniform taking out their cell phones and making the whole trip from brescia to verona lost in the nonsense craps they watch on their phones.
obviously thirty years ago telephones with internet, wozzap, facebook, instagram and tictoc hadn’t yet been invented, they didn’t exist and when we left for excursions in the woods on the weekend or to summer and winter camps for whole weeks, we just left hour homes, and our parents stayed more or less calm at home hoping to see us return safe and sound and that was fine. and if telephones had existed, perhaps it would have been difficult to convince parents that they could be left at home without worrying about their children being separated and unavailable for a few days. but knowing the scout leaders I had in that period and how much they cared about a certain type of approach, in my opinion they would have made us leave the phones at home anyway.
despite the strong temptation i had yesterday on that train, I easily managed to avoid starting a chat with the scouts nearby to ask them what they thought of a slightly more essential approach, also because being myself a former scout I wouldn’t have seen anything wrong about a chat with them, I think it would perhaps have been interesting, and I just preferred to continue reading my book of don camillo while listening to the big wreck’s music coming from my earphones connected to my phone with spotify.
this small event, despite not having moved the placid rotation of the planet by even a millimeter, simply contributed to confirming my feeling that I don’t like the way the civilization in which I found myself living is evolving.